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Porsche, vittoria col botto. Ferrari a podio

  • Immagine del redattore: Matteo Landi
    Matteo Landi
  • 8 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Ad Austin il marchio tedesco torna al successo grazie a Vanthoor, Campbell ed un (troppo) arrembante Estre. Ferrari seconda con Pier Guidi, Giovinazzi e Calado. In LMGT3 è arrivato il successo della McLaren grazie alla penalità inflitta alla Ferrari n°54 (terza).


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Pioggia, visibilità ridotta, lunghe processioni dietro alla safety car alternate a fasi di lotta feroce. Non le migliori condizioni per chi aveva bisogno di una corsa lineare. Ieri le Ferrari avevano un solo imperativo: tenersi lontane dai guai e cogliere il miglior risultato possibile al terz'ultimo appuntamento di un mondiale che la casa di Maranello brama di tornare a vincere dal 1972. Anno in cui colse addirittura 10 vittorie su 11 gare, prima che il Cavallino Rampante abbandonasse l'endurance per concentrare i suoi sforzi sulla Formula 1. 


Anche ad Austin le Rosse (e la Gialla n°83) sono state le vetture più pesanti del lotto al pari della Toyota, altra vettura martoriata da quel meccanismo di bilanciamento delle prestazioni che, seppur matematico e per certi aspetti ineccepibile, rimane piuttosto opinabile se si vanno ad osservare i risultati in pista (soprattutto per il marchio giapponese). Stavolta però la scure del BoP è calata anche sulla temibile (e campione del mondo in carica fra i piloti) Porsche, ancora più leggera dei pesi massimi, ma di soli 4 kg. Nonostante le difficoltà della gara di Austin la Ferrari non si è accontentata di correre in difesa ma, anzi, è stata padrona della gara fino a circa 1 ora e 45 minuti dal termine quando alla ripresa delle ostilità, dopo l'ennesima fase di neutralizzazione, la Ferrari n°51 di Pier Guidi ha subito una foratura causata dal contatto con l'anteriore della Porsche condotta da un estremamente arrembante (e scorretto) Estre. Sprofondata in classifica, la gara della Rossa di Pier Guidi, Giovinazzi e Calado è diventata una corsa sprint fino alla quinta posizione finale, che ha quasi del miracoloso. Se l'è cavata con un semplice ammonimento l'equipaggio Estre-Vanthoor-Campbell che ha consegnato a Porsche un successo che mancava al marchio tedesco dal settembre 2024. 


Nonostante l'amara sconfitta Ferrari vede intatte le sue ambizioni di successo iridato in entrambi i campionati. Giovinazzi, Pier Guidi e Calado sono ancora saldamente in testa alla classifica mondiale e i primi avversari della Porsche (Estre e Vanthoor) risultano attardati di 36 punti. Più vicini sono i compagni di marca Hanson, Kubica e Ye, a 15 lunghezze dai capoclassifica. La Gialla vincitrice di Le Mans ha colto un modesto settimo posto, frutto di una gara tutto tranne che esente da errori, nonostante una partenza promettente. Meglio è andata alla Ferrari n° 50, la più attardata in classifica mondiale ma seconda ad Austin grazie alla buona gara di Fuoco, Molina e Calado. I loro punti consentono alla Ferrari di vedere più vicino il titolo costruttori dato il vantaggio di 65 punti su Porsche e 69 su Cadillac. AF Corse intanto si è già aggiudicata il titolo riservato ai team indipendenti, grazie ai risultati della n°83. In Texas è tornato il sorriso nel box Peugeot: il marchio francese ha finalmente centrato il primo podio dell'anno con Vandoorne, Jakobsen e Duval, oltre ad un ottimo quarto posto con Di Resta, Jensen e Vergne. Certo il famigerato BoP ha dato una bella mano alle vetture della casa del Leone.


In LMGT3 una penalità vanifica, in parte, la grande rimonta di Rigon. Il successo va alla McLaren


Feroce è stata anche la lotta in LMGT3. Davide Rigon, al volante della sua Ferrari 296 si è reso protagonista di una serie impressionante di sorpassi che gli hanno permesso di risalire la china dopo un avvio non felice per il suo equipaggio, scattato dalla 14esima posizione. L'italiano ha passato il traguardo per primo, salvo ritrovarsi penalizzato, nel post gara, per un contatto con la Mustang di Barker. La decisione quasi incomprensibile presa dai commissari, soprattutto considerando la quantità di scontri non sanzionati durante la sei ore, ha fatto scendere al terzo posto il trio Rigon-Flohr-Castellacci, consegnando il successo alla McLaren di Gelael, Sato e Leung. Festeggia il secondo posto il nostro Valentino Rossi, capace di salire sul podio in compagnia di Van der Linde e Al Harthy.

 
 
 

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