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Piastri da Spa-vento. Leclerc il migliore degli altri

  • Immagine del redattore: Matteo Landi
    Matteo Landi
  • 27 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

In Belgio è doppietta McLaren, e Piastri è sempre più padrone del mondiale. Leclerc artiglia un podio tutto cuore nel weekend difficile di Hamilton.


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Sorride e festeggia, alla sua maniera. Piastri si conferma “uomo di ghiaccio”, nonostante abbia allungato in classifica mondiale portando a 16 i punti di vantaggio sul compagno Norris. Ad oggi è evidente quale sia il pilota di punta di questa McLaren. Anche se ha perso di un soffio la pole position per la gara principale, Oscar ha dimostrato la sua grandezza distruggendo tutti nella qualifica sprint.L’asfalto viscido che ha costretto la direzione di gara a posticipare l’inizio della corsa ha poi messo le ali al pilota australiano che ha subito beffato Norris con una manovra chirurgica. Da lì per il classe 2001 è stata una passerella trionfale. Troppo solido il suo passo per il team mate, impegnato in una rincorsa disperata che si è spenta in tante, troppe, indecisioni di guida. 


Gran podio di Leclerc 


Non ha sbagliato Leclerc. Ha corso con il coltello fra i denti, tenendo duro quando Verstappen si è rifatto sotto nel finale. Il podio però non ha soddisfatto del tutto il monegasco ancora alla ricerca del primo successo stagionale. Oggi è stato comunque il migliore degli altri, il primo non-McLaren. Nella corsa sprint (che porta punti ma non resta ai fini statistici) Verstappen era riuscito addirittura a vincere, beffando i papaya boys, con Leclerc quarto. Quando il gioco si è fatto serio, però, McLaren ha lasciato ai rivali solo le briciole.


Hamilton: un weekend con molti bassi e pochi, ma rigeneranti, alti


18esimo nella qualifica sprint, 15esimo nella gara corta, quindi ancora deludente nelle prove principali che attribuiscono la posizione nella griglia di partenza della gara domenicale: solo 16esimo. Non sono le statistiche di un rookie (anche se Antonelli vi è andato vicino, con un weekend nerissimo) ma quelle di un sette volte iridato, Lewis Hamilton. Serviva una svolta, un ruggito liberatorio. La squadra gli ha cambiato power unit e assetto, facendolo partire dalla corsia box. Quest’ultimo svantaggio si è in parte annullato con la partenza in regime di safety car. L’inglese ha trovato la voglia e le forze per gettarsi in una rimonta che a tratti è stata travolgente, conclusa in settima posizione alle spalle dell’ottimo Albon. Ancora poco per un pilota che avrebbe dovuto riportare la Rossa in alto. Ancora poco per chi dichiara di aver redatto una serie di documenti con indicazioni rivolte a manager e ingegneri: la sua esperienza è preziosa ma deve ricordarsi di essere un pilota, prima ancora che l’uomo factotum della provvidenza. Detto questo la furia mostrata da Hamilton nella sua ricorsa disperata mostra che ancora arde dentro di lui il sacro fuoco delle corse. Ed in fondo è questa la risposta che volevano appassionati ed addetti ai lavori. 


Lotta dura nella seconda parte della top ten


Lawson, Bortoleto e Gasly sono i tre piloti che hanno chiuso la top ten. Per ognuno di loro si tratta di un grande risultato. Il primo, il neozelandese di casa Racing Bulls, mostra di aver lasciato definitivamente alle spalle il dispiacere derivante dalla licenziamento Red Bull di inizio stagione. Bortoleto porta altri due punti preziosi alla Kick Sauber (sesta in classifica costruttori), una squadra rigenerata dalla gestione Binotto. Gasly si conferma essere l’uomo di punta di Alpine, una squadra che vive nell’incertezza di un futuro positivo se si pensa all’arrivo nel 2026 della power unit Mercedes, ma preoccupante se si considerano le dimissioni di alcune figure chiave. Nonostante la corsa odierna da zero punti si è trattato di un grande weekend anche per Haas: nella sprint sono arrivati un quinto ed un settimo posto ad opera di Ocon e Bearman. La lotta per la seconda parte della classifica costruttori è quanto mai interessante.

 
 
 

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