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Mondiale riaperto

  • Immagine del redattore: Matteo Landi
    Matteo Landi
  • 19 ott
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 20 ott

In Texas Verstappen domina e si porta a 40 punti dal leader del mondiale, Piastri. L’australiano non va oltre la quinta posizione. Norris è secondo e precede un grande Leclerc. Hamilton quarto. La Ferrari rialza la testa.


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L’espressione dei volti dei primi tre classificati, appena scesi dalle loro monoposto, ci racconta più di quanto ci indicano i freddi, seppur importanti, numeri. Accanto agli altri due Leclerc sembra l’imbucato alla festa del podio. La Ferrari aveva iniziato il weekend in modo drammatico, solamente ottava e decima nella prima qualifica, quella che disegnava la griglia di partenza della gara corta. Il team di Maranello ha risalito la china prima nella sprint race piazzandosi quarto con Hamilton e quinto con Leclerc, poi rimettendo in ordine l’assetto della vettura in vista della gara principale. Prima del podio Leclerc appare a tratti sereno e rassegnato, consapevole che di più non avrebbe potuto fare, ma un filo affaticato da una lotta intensa vissuta contro una vettura più veloce, la McLaren di Norris, che per molti giri è riuscito a tenere dietro facendo gli straordinari, salvo doversi arrendere nel finale. Il terzo posto di Charles riporta comunque un po’ di colore al grigiore della stagione Ferrari. Non molto diverso è l’atteggiamento di Norris, secondo al traguardo, soddisfatto per esser riuscito a recuperare qualche punto ad un Piastri davvero in ombra (quinto), seppur consapevole che prima o poi dovrà smetterla di prenderle da Verstappen. Max è raggiante e disteso, dopo una cavalcata solitaria dalla pole position al trionfo. La sua Red Bull è tornata in forma in ogni condizione: Austin doveva essere una pista McLaren, con i rapidi cambi di direzione, con i suoi curvoni veloci, ed invece la vettura del team abilmente condotto da Laurent Mekies (a proposito, chi sente più la mancanza di Horner?) si è dimostrata all’altezza della situazione. Ed ora Verstappen è a quaranta punti dal vertice.


La McLaren non sa più vincere?


Vittoria sia nella sprint che nella gara domenicale, pole position in entrambe le qualifiche, Max Verstappen è stato un vero rullo compressore. Adesso l’olandese ha lo stesso numero di successi stagionali di Norris, colui che all’inizio dell’anno era il favorito al titolo mondiale, due in meno di Piastri, il leader inaspettato dopo l’erroraccio compiuto nella gara inaugurale, ma divenuto la punta della squadra di Andrea Stella a suon di prestazioni granitiche. Avevano iniziato a chiamarlo Iceman, ed in effetti Oscar sembrava davvero destinato ad aggiudicarsi facilmente il suo primo mondiale, visto quanto sembrava padrone della situazione. Ed invece nell’arco di tre gare tutto è cambiato, tanto che adesso l’australiano assomiglia drammaticamente a quel pilota scostante visto durante la stagione 2024. Prima l’errore terribile di Baku, poi due gare anonime concluse fuori dal podio. Ad Austin il pilota di Melbourne ha fallito anche nella corsa del sabato: alla prima curva ha compiuto una manovra ardita ed il risultato è stato un patatràc che ha costretto al ritiro immediato le due McLaren, l’Aston Martin di Alonso, ed ha irrimediabilmente danneggiato la corsa di un grande Hülkenberg partito dalla quarta piazza. A cinque gare (più due sprint) dal termine della stagione la corsa per il titolo adesso si è davvero riaperta e l’inerzia è tutta a favore di Verstappen. Il quattro volte campione del mondo sa che sta compiendo una grande impresa, solo contro le due frecce papaya, e la serenità è tutta dalla sua parte: dei tre piloti in lotta è l’unico che sa respirare ad alta quota, l’unico che può permettersi anche un passo falso, forte di un curriculum che gli altri due sfidanti si sognano. E se dovesse perdere questo mondiale non ne farebbe una tragedia. A differenza di Norris e Piastri, entrambi alle prese con la migliore vettura del lotto, coscienti che l’occasione è ghiotta, ma potrebbe essere l’unica della loro carriera? Con un cambio di regolamento imminente chi può sapere quali saranno le gerarchie dal 2026.


Williams, sabato al top, domenica flop. Bene Kick Sauber e Haas.


Dopo il podio azero in Texas è arrivata la seconda grande soddisfazione della stagione per Sainz. Terzo nella gara sprint era pronto ad artigliare un altro gran risultato anche nella corsa principale ma, stavolta, lo spagnolo ha compiuto un errore per lui desueto quando si è scontrato con la Mercedes di Antonelli, costringendo l’italiano ad una corsa di rimonta (terminata in 13esima posizione) e la Williams ad un doppio zero, considerando anche la gara anonima di Albon (buon sesto però nella sprint). Un weekend agrodolce lo ha vissuto anche la Kick Sauber: Hülkenberg si è dovuto arrendere alla prima curva (colpito da Piastri) nella gara breve ma in quella principale ha sfoderato una grande prestazione ed il suo ottavo posto consegna al team quattro importanti punti. La futura Audi resta in ottava posizione in classifica mondiale ma allunga su una Haas che in America ha comunque potuto contare su un grande Bearman (nono al traguardo). Fra una settimana in Messico Racing Bulls, Aston Martin (decimo Alonso ad Austin), Kick Sauber e Haas torneranno a sfidarsi per la sesta posizione tra i costruttori mentre là davanti la battaglia per il titolo si farà ancora più infuocata.

  


 
 
 

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