top of page

McLaren mondiale!

  • Immagine del redattore: Matteo Landi
    Matteo Landi
  • 5 ott
  • Tempo di lettura: 4 min

GP di Singapore: Norris e Piastri concludono in terza e quarta posizione e per il team papaya arriva il secondo Titolo Costruttori consecutivo. Vince uno strepitoso Russell. Ferrari negli abissi.


ree

Vincere più di un titolo costruttori di fila è un’impresa che alla McLaren non riusciva dal lontano 1991. Allora arrivò addirittura al quarto mondiale consecutivo, le vetture del team inglese correvano con il bianco e rosso del loro sponsor principale, ed Andrea Stella, odierno Team Principal della gloriosa squadra di Woking, aveva appena vent’anni ed era lontano dall’affacciarsi nel dorato mondo della Formula 1. A Singapore, con sei gare di anticipo (e tre sprint ancora da disputarsi), i papaya si aggiudicano l’alloro al termine di una gara sofferta, se si considera l’andamento della loro stagione. Nonostante Piastri e Norris abbiano a disposizione la migliore vettura del lotto sono alla terza sconfitta consecutiva di tappa, battuti stavolta sia da Russell che da Verstappen, il castigatore dei GP di Monza e Baku. Poteva arrivare qualcosa di più dalla gara di oggi ma una qualifica sottotono ha costretto Piastri e Norris ad una partenza dalla terza e quinta posizione e ad una gara di rincorsa su una pista su cui è difficile superare. Alla partenza un arrembante Norris è riuscito ad issarsi in terza posizione, con tanto di ruotata rifilata al compagno Piastri e leggera tamponata alla Red Bull di Verstappen. Oggi la McLaren è sembrata funzionare meglio nelle mani di Norris ma l’inglese non è riuscito a battere il solito generoso Verstappen, nonostante l’olandese corresse con una vettura instabile in frenata. Forse Lando ha preferito non prendere troppi rischi e recuperare tre punti in classifica al leader del mondiale Piastri, piuttosto che gettare tutto al vento e rovinare la festa iridata al suo team. Se anche avesse sopravanzato Verstappen, tuttavia, avrebbe poi trovato in Russell un vero osso duro, visto lo stato di forma dell’inglese, oggi parso imbattibile. Con un terzo ed un quarto posto a Singapore il team papaya archivia uno dei titoli mondiali più agevoli della loro storia, costruito grazie ad una vettura senza pecche ed a due piloti solidi. Un trionfo che segue il ben più sofferto titolo ottenuto nella scorsa stagione.


Che Mercedes!


Nella città-stato asiatica ha festeggiato non solo la McLaren ma anche una ritrovata Mercedes. Dopo due vittorie consecutive di Verstappen è salito in cattedra un magistrale George Russell. L’inglese aveva iniziato il weekend picchiando contro il muro, durante le prove libere, ma dopo quel banale errore ha interpretato al meglio una vettura rinata. Pole position, partenza senza esitazioni e corsa senza rivali: il pilota di King’s Lynn ha dimostrato ancora una volta (seconda vittoria stagionale) che quando ha per le mani una vettura vincente può battere tutti. Non ha approfittato della bontà della sua monoposto il nostro Antonelli, quarto in qualifica e rallentato dalle due Ferrari in gara: Kimi ha passato il traguardo in quinta posizione, raccogliendo comunque un discreto bottino di punti. 


Ferrari: sarà un calvario fino al termine della stagione?


Terza in classifica costruttori, ad un passo dall’essere sopravanzata anche da Red Bull, un team che praticamente corre dall’inizio dell’anno, tranne rare eccezioni, con un solo pilota (oggi Tsunoda ha concluso doppiato, in 12esima posizione). Se Mercedes vive di sporadici raggi di sole e Red Bull si tiene a galla grazie al salvagente Verstappen (e ad uno sviluppo soddisfacente), Ferrari non riesce in alcun modo ad eccellere. Hamilton e Leclerc hanno tenuto un passo simile sia in qualifica che in gara ma questa Rossa è la peggiore monoposto sfornata da Maranello degli ultimi anni. Per il Cavallino Singapore è luogo di ricordi dolci, come l’unica vittoria stagionale della Rossa del 2023 ad opera di un allora grandioso Sainz, o come l’ultimo successo nel Circus di Vettel, nel 2019. Il circuito asiatico è però protagonista anche di alcuni dei ricordi più amari della storia del Cavallino. Su tutti spicca il GP del 2008, teatro dell’incidente (comandato e truffaldino) di Piquet Jr. e del pit stop disastroso del ferrarista Massa: se quella corsa fosse stata, a posteriori, annullata oggi il brasiliano avrebbe un titolo mondiale in più (l’unico) ed Hamilton uno in meno. La gara odierna non ha avuto gli stessi risvolti amari ma sicuramente rimarrà nelle menti degli appassionati come una delle corse più fallimentari della Scuderia. Già dopo pochi giri i due ferraristi hanno dovuto correre in modalità conservativa per evitare problemi di affidabilità che comunque, per Hamilton, si sono palesati nel finale, quando si è ritrovato praticamente senza freni. L’inglese si è lasciato sfilare da Leclerc (sesto al traguardo) ed ha poi provato in ogni modo a salvare la settima piazza, senza riuscirci. Passato sotto alla bandiera a scacchi d’un soffio davanti ad Alonso si è visto comminare una penalità di cinque secondi per aver superato i track limits traendone vantaggio, scivolando in ottava posizione. Al termine di questa giornata l’unico pilota Ferrari ad aver gioito è quello dell’Academy, Bearman, gran nono con la sua Haas. Ormai il team di Vasseur sta rivolgendo il grosso degli sforzi alla stagione 2026 ma sarebbe il caso che mostrasse un briciolo di dignità entro la fine di questa stagione: lo deve alla Storia della squadra più vincente della F1, seppur a bocca asciutta da tempo, e ai pazienti tifosi.


 
 
 

Commenti


bottom of page