Max vs. McLaren
- Matteo Landi
- 18 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Verstappen tiene accesa la lotta mondiale trionfando ad Imola. Ferrari, quarta e sesta, rialza la testa dopo un sabato disastroso, ma la vetta è lontana.

Una frenata in cui si è vista la differenza fra un gran pilota ed un campione. Quella della prima curva è stata la staccata che ha deciso la gara imolese. Scattato meglio dalla pole position Piastri ha fatto l'imperdonabile errore di sottovalutare un mastino come Verstappen e l'olandese lo ha beffato quando sembrava già battuto. Se l'australiano della McLaren fosse riuscito a chiudere in testa il primo giro avrebbe ipotecato la vittoria ed invece la corsa si è estremamente complicata per il leader del mondiale. Le vetture papaya godono di un buon vantaggio prestazionale ma Andrea Stella non può vantare la presenza in squadra di un pilota del livello di Super Max. Oggi Piastri non è stato baciato dalla fortuna, la virtual safety car ha giocato indubbiamente a favore del rivale olandese, ma lo stesso Verstappen ha confermato nel finale che oggi, per gli altri, non vi erano possibilità di successo. A pochi giri dal termine la safety car, entrata per permettere la rimozione della Mercedes di uno sfortunato Antonelli ferma a bordo pista (un intervento stranamente lungo, considerando la nota efficienza dei commissari italiani), ha ricompattato il gruppo. Ma alla ripartenza la Red Bull n°1 è scappata via, lasciando la McLaren di Piastri, con gomme usurate, fra le grinfie e facile preda della gemella guidata da Norris con pneumatici freschi. A quel punto, senza più ostacoli fra lui e il leader, il britannico ha avuto l'opportunità di andare a prendere Verstappen, ma non è riuscito neanche ad avvicinarsi. Se la lotta per il titolo mondiale non resta un solo affare fra compagni di squadra lode e gloria a Verstappen, capace di vincere la seconda di due gare stagionali condotte sulle due piste old style di questo primo scampolo di stagione.
Ferrari rialza la testa dopo un sabato da incubo, ma è ancora troppo poco
Il piccolo inferno verde, il Nurburgring in miniatura, un tracciato stupendo, adorato da tutti i piloti. L'Enzo e Dino Ferrari è però un tracciato che offre, storicamente, poche occasioni di sorpasso, anche se la situazione è leggermente cambiata da quando è stata abolita l'ultima chicane. Oggi a Imola la corsa è stata tuttavia divertente ed animata, grazie soprattutto alla rimonta di cui si sono rese protagoniste le due Ferrari. Hamilton e Leclerc, quarto e sesto rispettivamente, hanno parzialmente raddrizzato un weekend decisamente storto dopo una faticaccia di cui avrebbero volentieri fatto a meno. Certamente avrebbero evitato la figuraccia rimediata durante le qualifiche. Davanti al pubblico italiano la casa di Maranello ha scritto una delle pagine sportivamente più vergognose degli ultimi anni. Fuori dall'ultima sessione, battuti da entrambe le McLaren, da Verstappen, da Russell, dalle Aston Martin (ultimamente disperse nei bassifondi della classifica ma per un sabato risorte), dalle Williams, dal debuttante Hadjar e pure da Gasly! La lista è lunga e leggerla fa male a chi ricorda una Ferrari abituata a lottare fra i grandi. Al termine delle prove ufficiali Leclerc si è scusato, ma non vi sono responsabilità da additare ai piloti. Quest'ultimi in corsa hanno dato l'anima, il monegasco avrebbe meritato il podio e forse lo avrebbe addirittura artigliato se non fosse intervenuta quella virtual safety car o se nel finale la squadra avesse osato di più ascoltando il pilota che chiedeva di montare le gomme più morbide per l'ultimo stint. Nel complesso però possiamo affermare che le strategie delle due Rosse sono state corrette, conservative ma intelligenti. Il problema di questa Ferrari è proprio la Ferrari stessa, la SF-25. Una vettura che, come dimostrato in Cina, funziona bene solo se riesce a girare molto bassa (a rischio squalifica) e solo in quelle determinate condizioni che le permettono di sfruttare al meglio le gomme. Condizioni che a volte sfuggono agli stessi ingegneri di Maranello, stupiti quelle poche volte in cui la vettura si rivela competitiva. La prossima gara sarà a Monaco, pista di casa Leclerc, tracciato che riporta i ferraristi ai dolci ricordi del 2024 ma anche estremamente lento. Nel Principato conta tantissimo l'aderenza meccanica, proprio quello che manca a questa Ferrari. Lo spiraglio di luce si chiama Barcellona: fra due gare entreranno in vigore delle importanti restrizioni regolamentari che impediranno alle ali di flettere tanto quanto fanno adesso. Se la McLaren dovesse perdere velocità, anche pochi centesimi al giro, e se la Ferrari dovesse azzeccare gli sviluppi allora anche Leclerc e Hamilton potrebbero tornare a sorridere, visti i distacchi contenuti di questa Formula 1. Certo, i "se" sono tanti e le speranze poche, ma non resta che aspettare.
Williams consolida la quinta piazza fra i costruttori
Decima, ottava, decima, settima e nona, sono le posizioni occupate in classifica costruttori dalla Williams al termine degli ultimi campionati. Siamo solo al settimo weekend agonistico della stagione 2025 ed il team inglese vanta già 51 punti, praticamente quanto ottenuto tra il 2022 ed il 2024, in tre stagioni. La partenza della Williams è incoraggiante ed ancor più promettente per il team condotto da James Vowles è che il nuovo arrivato, Carlos Sainz, ancora sembra non aver preso del tutto dimestichezza con questa vettura e con la power unit Mercedes. Anche oggi lo spagnolo ha comunque fornito il suo contributo, conquistando un buon ottavo posto. Meglio ancora ha fatto il compagno Albon, gran quinto e ad un soffio dalla quarta piazza, contesa alle due Ferrari. Una volta i due team lottavano uno contro l'altro per i titoli mondiali, oggi per la zona punti. Se per la Williams però si tratta di un successo, considerando che poco tempo fa navigava dentro le sabbie mobili, per la Rossa è una vera disfatta, visti i proclami del precampionato.
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