Ma(x)ster Class!
- Matteo Landi
- 7 set
- Tempo di lettura: 4 min
A Monza è di nuovo Super Max! Domina con una Red Bull difficile ma imprendibile nei tratti rapidi. Norris e Piastri vanno sul podio. Ferrari, quarta e sesta.

La lotta con Norris è durata un battito di ciglia, poi Verstappen ha salutato la compagnia ed ha lasciato le briciole agli avversari, i piloti della dominante McLaren. Briciole che avrebbero rappresentato tutto l'oro del mondo se a raccoglierle fossero stati i piloti Ferrari, alle prese con una Rossa che non riesce a decollare, a trovare una sua identità, ma questa è un'altra storia. Una Red Bull così forte come quella odierna sembra fantascienza, qualcosa di irreale, ed infatti lo è. Il secondo pilota della squadra anglo-austriaca è passato sotto alla bandiera a scacchi fuori dalla zona punti, quasi doppiato dal team mate. Quale sia la vera dimensione Red Bull è quasi impossibile saperlo, considerando la grandezza del loro pilota di punta. A Monza, sull'ultima pista ultraveloce rimasta in calendario, si può vincere anche con una vettura inferiore, scommettendo su un assetto estremo, se alla guida c'è il migliore dello schieramento ed uno dei più forti piloti di sempre. Hanno tagliato l'ala posteriore della sua vettura, rendendola leggera e quasi pericolosa nelle curve, per consentirgli di essere veloce e inattaccabile sui lunghi rettilinei monzesi. L'azzardo ha pagato perché Verstappen è riuscito a sfoderare forse la sua migliore prestazione in carriera. Due vittorie stagionali erano poche per lo standard a cui il quattro volte iridato è abituato, e la fame di successo era tale da renderlo imbattibile. Aggressivo, quando ha spedito Norris sull'erba nei primi metri di gara, scaltro, nel rendere al momento giusto la posizione a Norris dopo avergliela "rubata" con un taglio di chicane, implacabile, quando ha inanellato una serie di giri velocissimi approfittando di una vettura difficile e meno veloce nelle curve ma rapida nei due settori più veloci. La sua maestria ha consistito nel resistere nel settore meno rapido, grazie alla sua abilità di guida, ed allungare nei tratti più veloci. Al termine dei 53 giri di corsa Norris ha superato il traguardo con oltre 19 secondi di distacco dal vincitore. Piastri aveva approfittato di un problema che ha rallentato il cambio gomme del compagno di squadra per issarsi alle spalle del leader ma il team condotto abilmente da Andrea Stella ha imposto all'australiano di rendere la piazza d'onore all'inglese, e così Oscar si è dovuto accontentare di una terza posizione che comunque gli consente, in classifica, di tenere a 31 lunghezze Norris. La lotta per il titolo resta una faccenda tutta McLaren ma oggi Verstappen ha impartito ai rivali una lezione di guida difficile da digerire (per gli altri).
Ferrari: bella livrea, ma serve altro
Scia o non scia, questo era il problema. Almeno all'apparenza. Il risultato della qualifica dei due ferraristi poteva essere diverso, se il penalizzato Hamilton avesse aiutato Leclerc regalandogli la scia. Avrebbe cambiato qualcosa se Charles fosse scattato una o due posizioni più avanti in griglia? Con il senno di poi è giusto affermare che no, non sarebbe cambiato molto. Lo dimostra la partenza arrembante del pilota n°16, abile a duellare con Piastri nei primi giri, salvo poi arrendersi all'evidenza dei fatti: questa Ferrari, salvo situazioni particolari, non ha alcuna possibilità di lottare per la vittoria. Stavolta entrambi i piloti hanno corso bene, esenti da errori. Senza la penalità di cinque posizioni in griglia (a causa di un'infrazione commessa nel pre-gara olandese) Hamilton avrebbe forse concluso quinto, subito alle spalle del compagno, ma alla fine dei conti poco cambia. Il quarto e sesto posto odierno sono il massimo che il duo Rosso poteva ottenere ed è un peccato. Dispiace per la marea di tifosi giunti in autodromo, per passione ma anche nella speranza di quel miracolo ferrarista che non si è concretizzato. Dispiace perché è bello celebrare i 50 anni da quel trionfale 1975 con una livrea speciale ma farlo con un successo avrebbe reso più onore alla Storia del Cavallino. Trionfare oggi era impensabile, eppure era quantomeno auspicabile alla vigilia del mondiale, quando la sbornia dei festeggiamenti per l'arrivo del sette volte iridato Hamilton ha distolto l'attenzione sulle vere possibilità di una vettura innovativa (in confronto alla monoposto che l'ha preceduta) ma inconcludente.
Albon, anno della maturità. Fra le nuove leve spiccano Bortoleto e Hadjar
Settanta a sedici, è il confronto fra i punti conquistati dai due piloti Williams. La classifica mondiale è amara per Sainz ma felice per il compagno Albon. Arrivato dalla Ferrari con il favore dei pronostici e sulla spinta di anni comunque dolci, Carlos avrebbe dovuto "sbranare" Alex, ed invece la storia del campionato evidenzia un andamento del tutto opposto. Il thailandese di Londra ha probabilmente raggiunto la piena maturità dimostrando che anche lui merita di stare nella ristretta cerchia dei più forti della categoria. Oggi ha lottato, al volante di una Williams buona ma non eccezionale, con le solite vetture di centro gruppo ma pure con la Mercedes di Antonelli, avendo la meglio. Il settimo posto conquistato (Sainz ha concluso 11esimo) gli permette di collocarsi nella stessa posizione anche in classifica piloti, proprio davanti al rookie italiano. Antonelli ha dovuto scontare anche una penalità che lo ha fatto scendere al nono posto, dietro ad un altro debuttante, quel sempre più sorprendente Bortoleto che consente alla Kick Sauber di trovarsi ottava nel campionato costruttori, ad un passo dal settimo posto della Racing Bulls. I faentini anche oggi hanno mosso la classifica, grazie ad un altro risultato utile del suo baby, quell'Isack Hadjar capace di concludere decimo nonostante la partenza dalla corsia box. Il prossimo anno Cadillac debutterà con l'esperta coppia Bottas-Perez, ma il mondiale in corso dimostra che anche le nuove leve possono fare la voce grossa, senza timori reverenziali.



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