Leclerc, questa Ferrari non ti merita
- Matteo Landi
- 3 ago
- Tempo di lettura: 4 min
In Ungheria vince ancora la McLaren, con Norris davanti a Piastri. Leclerc compie una magia in qualifica, artigliando una pole position da urlo. In gara la Ferrari però si squaglia, e Charles conclude solamente quarto. Peggio va ad un Hamilton in crisi di identità.

A motori spenti nel box Rosso i volti sono scuri. Il Team Principal appena confermato alla guida del Cavallino Rampante, Vasseur, di solito usa molti giri di parole e si mostra disteso, anche di fronte alle più grandi disfatte. Stavolta non riesce ad accennare un sorriso, una qualsiasi frase di circostanza che possa rendere meno amara la pillola appena inghiottita dai tifosi, ma soprattutto da Leclerc. Senza dimenticare il periodo nero di Hamilton, un sette volte iridato che dopo l'ennesima qualifica tremenda (dodicesimo) ha addirittura consigliato alla Ferrari di cambiare pilota, autodenunciandosi di scarso rendimento. Soprattutto se paragonato a quello del compagno, colui che in tutti i modi sta provando a tenere in piedi la baracca.
Di questo weekend ungherese rimarrà la gioia per la stupenda pole position artigliata da Leclerc. Un risultato inatteso, e insperato, accolto dal monegasco con tanto entusiasmo, soprattutto sapendo che il tracciato magiaro concede non molte possibilità di sorpasso. La magia di sabato aveva permesso al pilota di sperare in un ritorno al successo che avrebbe cambiato, se non la storia del mondiale, quantomeno gli umori. E fatto muovere il palmarès di un pilota che avrebbe meritato molto di più dalla sua, non più così breve, esperienza nella massima Formula. Ed invece al termine dei 70 giri di gara le vittorie in carriera di Charles restano otto, a fronte di ben 27 pole position. Un rapporto che spiega quanto il pilota abbia provato a mettere una pezza su una situazione Ferrari, intesa come team e come vettura, sempre e costantemente deficitaria: nell'epoca del DRS i piloti possono fare la differenza soprattutto in prova, ma in gara la vittoria tende ad andare alle vetture più veloci. Così è successo anche in Ungheria, dove la McLaren ha conquistato la quarta doppietta consecutiva, con Norris davanti a Piastri: fra i due piloti papaya la differenza l'ha fatta la strategia, e così ha vinto la sosta singola dell'inglese, che torna a soffiare sul collo all'australiano nella classifica mondiale.
Leclerc tradito dalla Rossa
Pronti, via. Leclerc scatta alla grande allo spegnimento dei semafori, rimanendo leader. Piastri lo segue a distanza ravvicinata ma non sembra un avversario pericoloso. Peggio va a Norris: l'inglese non parte male ma nell'arco di poche decine di metri si fa infilare da Russell ed Alonso, ritrovandosi quinto. Un avvio incerto che si trasforma però nell'arma vincente: se Lando riesce a superare abbastanza rapidamente Alonso, lo stesso non succede con Russell ed ecco che il team vede nella sosta singola, in luogo delle due dai più pianificate, l'unica chance per tornare in ballo. La McLaren gioca a due punte, contro una Ferrari sola, quella di Leclerc. Intorno al giro 40 il monegasco ha ancora delle buone possibilità di successo ma d'un tratto il suo passo diventa lento, per problemi al telaio. Ed invece di agguantare Norris, in testa in virtù della strategia, si deve arrendere a Piastri, poi addirittura alla non irresistibile Mercedes di Russell. Fra un team radio arrabbiato e l'altro il tempo sembra non passare mai per il pilota del Principato, mentre l'altra punta (spuntata) della squadra di Maranello brancola nel buio, fuori dalla zona punti. Charles chiude quarto, neanche sul podio. Per Leclerc è troppo e nelle interviste post gara non lo nasconde. Il suo amore per il Cavallino è intatto, la sua missione è la solita: vincere in Rosso. Per quanto tempo ancora però avrà le forze per lottare a queste condizioni? Quanto è disposto ad attendere, prima di avere reali possibilità di lottare per il mondiale? Non era ancora iniziato il campionato e già sembrava che la squadra pendesse dalle labbra del sette volte iridato Hamilton, dimenticando che il pilota per combattere lo aveva già, quel Leclerc ancora nella fase migliore della sua carriera. La rabbia espressa da Charles nei team radio fa trasparire un certo nervosismo. Hamilton parla di un qualcosa dietro le quinte che mina le possibilità di crescita del team. Dopo la gara Russell, che ha seguito per alcuni giri Leclerc, parla di un assetto strano della Rossa, di eventuali problemi di altezze dovuti, forse, alla necessità di salvare il fondo da un'usura eccessiva. Vedremo se alla prossima gara la Rossa cambierà il telaio al pilota n°16. Sicuramente per Maranello non è il miglior modo di entrare nella consueta pausa estiva.
I vincitori e gli sconfitti del weekend ungherese
La McLaren che domina non fa più notizia. La Ferrari che stenta a tornare grande neanche. Ed ora lo stesso si può dire anche della Kick Sauber: l'arrivo a punti del team di Binotto è ormai una costante! Stavolta ci pensa il rookie Bortoleto ad allungare a cinque le gare concluse consecutivamente in zona punti dalla squadra elvetica, prossima Audi. Gabriel ha artigliato oggi una stupenda sesta posizione, subito alle spalle dell'amico/manager Alonso. Anche per Racing Bulls è stata una gara estremamente soddisfacente: Lawson è riuscito a cogliere altri importanti punti in virtù di un grande ottavo posto, davanti nientemeno che a Verstappen! La soddisfazione per Liam è doppia, se si considera che all'inizio della stagione fu silurato dalla casa madre ed adesso si permette addirittura di batterla! Per Red Bull il bilancio ungherese è quello di una totale disfatta. Le vetture del team anglo-austriaco non sono mai risultate veloci e il pluricampione Verstappen non è riuscito ad andare oltre alla nona piazza finale. Peggio ancora è andata a Tsunoda: 17esimo. Fra i delusi anche Antonelli: il bilancio è stato appena addolcito dal punticino colto grazie alla decima piazza finale, ma l'italiano si è ancora una volta reso protagonista di una pessima qualifica. Per gli sconfitti adesso c'è tempo per riflettere, provando ad imparare dai propri errori, per provare a ripartire con un altro piglio l'ultimo weekend di agosto, in Olanda.



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