L'incredibile Hülk
- Matteo Landi
- 6 lug
- Tempo di lettura: 5 min
A Silverstone vince uno dei piloti di casa, Norris. La McLaren festeggia una doppietta ma i riflettori sono soprattutto per il veterano Nico Hülkenberg, sul podio per la prima volta in carriera. Con lui festeggia la Kick Sauber. Ferrari è quarta con Hamilton e dispersa con Leclerc, nonostante le buone premesse.

"Nico! Nico! Nico!". A Silverstone è il giorno delle prime volte. Si tratta del primo successo di Norris nel suo paese, della prima corsa in terra natale per Hamilton versione ferrarista, della prima volta che il sette volte iridato non sale sul podio di Gran Bretagna dal 2014. Dall'avvento del turbo-ibrido l'inglese è stato una presenza costante fra i primi tre segnando una sequenza di risultati impressionante, ma interrotta oggi. Lewis ha inseguito un sogno, festeggiare finalmente un podio vero (tralasciando i risultati delle gare corte che non entrano nelle statistiche) con i colori della Ferrari, e farlo nella corsa di casa. Negli ultimi giri di una gara caotica ha intravisto la possibilità di completare una bella rimonta, e invece si è dovuto fermare di fronte ad uno scoglio invalicabile. C'è stato chi ha avuto più fame di lui, chi di fame (sportivamente parlando) ha vissuto una vita. Classe 1987, così poco avvezzo alle zone nobili che nel retropodio non sapeva neanche come comportarsi, quali fossero le procedure, e da super veterano ha dovuto imparare dai McLaren boys. Non al volante però. Era una vergogna che un pilota del suo calibro non avesse ancora un podio nel suo palmarès, probabilmente non pensava di poterlo cogliere quest'anno, all'interno dell'esperienza Kick Sauber, prodromo di un'avventura, quella sì, che si preannuncia entusiasmante, targata Audi. Alla fine della gara di Silverstone il tifo è tutto per lui, i canti del suo box sovrastano gli applausi rivolti al vincitore Norris, uno che ha sempre un motivo per non sentirsi al centro dell'attenzione nonostante siano evidenti le sue capacità. Nico Hülkenberg, classe 1987, sorride come non mai, esulta, prima di salire sul podio. Sul suo primo podio, ottenuto alla 239esima partecipazione (242, se si considerano anche le gare non iniziate). Mattia Binotto è raggiante, ha preso la Sauber nelle vesti della cenerentola della F1 e l'ha portata al podio prima che si trasformi in Audi, nel 2026. Dopo lo champagne l'italiano rende merito soprattutto al pilota, capace di tenere più di tutti i nervi saldi e di chiamare le soste ai box sempre nei momenti migliori. All'interno di una corsa bagnata, difficile, che l'ha visto esente da errori. Nonostante fosse partito dalla 19esima posizione.
Considerando il vantaggio tecnico dalle McLaren gli altri 18 piloti possono giocarsi un solo posto fra i primi tre e quest'oggi l'incredibile Hülk, verde come il personaggio dei fumetti, ha fatto meglio dei piloti Ferrari, Red Bull, Mercedes, e di chiunque altro. Il tedesco ha messo insieme le sue capacità da pilota endurance, ricordiamo la Le Mans da lui conquistata nel 2015 con Porsche, e la sua bravura in condizioni di asfalto viscido come ha evidenziato più volte in passato, specialmente nella sua carriera in A1 GP, categoria che dominò in lungo ed in largo fra il 2006 ed il 2007. Oggi i complimenti vanno finalmente a lui, ed agli ex ferraristi, Mattia Binotto e Andrea Stella, i vincitori del GP di Gran Bretagna, insieme al bravo ma fortunato Norris.
McLaren fa doppietta, ma Piastri non sorride
I riflettori sono stati rivolti a lungo sulla lotta per l'ultimo gradino del podio, ma anche la battaglia per la vittoria ha creato interesse. Poteva essere la corsa del ritorno al successo di Piastri, la gara che avrebbe permesso all'australiano di dare un bel colpo alle ambizioni iridate di Norris nel caso lo avesse sconfitto in casa sua, di fronte ai suoi tifosi. E invece per Oscar è arrivato un altro secondo posto. Al termine della corsa il distacco dal vincitore inglese è inferiore ai dieci secondi, minore del tempo perso fermo nei box a causa della penalità inflitta dai commissari all'australiano per una manovra compiuta durante la ripartenza al termine di un periodo di safety car. Con alle spalle Verstappen ha frenato forte, tanto che l'olandese è arrivato a superarlo. Piastri si è subito rimesso davanti, continuando la sua preparazione al riavvio, mentre la safety car si apprestava a rientrare ai box. Poteva arrivare una sanzione per il pilota Red Bull, dato il divieto di sorpasso durante una fase di neutralizzazione ed invece la scure dei commissari ha colpito il leader del campionato, giudicato colpevole di una manovra troppo pericolosa. Così è maturato il successo di Norris, lecito ma forse il meno meritato in carriera, che ha portato il distacco in classifica fra i due piloti papaya a soli otto punti. Al termine della gara il broncio di Piastri la dice tutta sul suo stato d'animo. La lotta per il titolo, ormai è evidente, è ristretta ai due piloti McLaren ed ogni punto può fare la differenza. Soprattutto adesso che Max Verstappen si è tolto dalla competizione iridata. Dopo la stupenda pole position conquistata si è ritrovato a remare in pista con una vettura aerodinamicamente scarica e assai instabile. Il suo quinto posto finale, in quelle condizioni, è pura magia, ma rappresentante anche la pietra tombale alle sue ambizioni di successo mondiale.
Ferrari, il giorno del team di Maranello sembra non arrivare mai
Al termine delle prove libere sembrava finalmente sbocciata la SF-25: veloce sul giro singolo, rapida e costante nel passo. Finalmente il box Rosso era arrivato a comprendere questa bizzosa monoposto, migliorata dalle ultime evoluzioni tecniche. La qualifica ha dato un responso non positivo in termine di risultati, terza fila per Hamilton e Leclerc, ma buono visti i ridotti distacchi dai primi. Solo la pioggia e le basse temperature potevano rompere il gioco dei due ferraristi. Puntualmente in vista della gara è purtroppo arrivato un importante temporale che ha gettato nello sconforto il box Ferrari. Leclerc è rientrato subito al box, addirittura al termine del giro di ricognizione, augurandosi una pista asciutta entro pochi giri. Ed invece la pioggia, che aveva temporaneamente graziato i piloti, è addirittura tornata, e severa, nell'arco di pochi giri, trasformando l'azzardo di Leclerc in grave errore strategico. Lo stesso compiuto da Russell, ed infatti anche per il pilota Mercedes la corsa è stata un calvario. Per l'inglese si è conclusa con il punticino conquistato grazie alla decima posizione finale. Peggio ancora è andata al monegasco, quattordicesimo al termine di una corsa in cui gli sbagli non si sono contati. Qualche errore lo ha compiuto anche Hamilton, ma l'inglese oggi è stato il faro del team di Maranello, l'unico che ha tenuto in piedi la baracca. Grintoso e arrembante, non si è arreso quando la sua monoposto è risultata ingestibile su pista bagnatissima ed ha attaccato quando si è trovato in condizioni migliori in termini di temperatura dell'asfalto e di acqua sul manto stradale. Il quarto posto finale è però un modesto brodino per il team condotto da Vasseur, battuto dalla Kick Sauber dell'ex Binotto. I momenti di gioia per Hamilton sembrano non arrivare mai da quando ha iniziato la sua avventura in Rosso. Una vittoria in una Sprint e poco altro. Durante l'ultimo weekend di luglio il Belgio e la stupenda pista di Spa ospiteranno la prossima gara in calendario. In passato è stata teatro di gioie inaspettate per il Cavallino Rampante. Una su tutte quella del 2009, quando Räikkönen colse un miracoloso successo al volante di una delle peggiori vetture mai costruite a Maranello. Sognare è lecito ma adesso è arrivato il momento di concretizzare.



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