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Inarrestabile Max

  • Immagine del redattore: Matteo Landi
    Matteo Landi
  • 21 set
  • Tempo di lettura: 5 min

A Baku Verstappen vince la seconda gara consecutiva mentre la McLaren sprofonda: Piastri va a muro, Norris è settimo. La Ferrari è solamente ottava e nona. Sainz giganteggia e riporta la Williams sul podio.


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Dopo la vittoria di Monza ha corso sul vecchio Nürburgring, il temibile Inferno Verde, con una GT. Tornato su una F1, a Baku, si è preso la seconda vittoria consecutiva.

Signore e Signori questo è Max Verstappen, un quattro volte campione del mondo, un grande appassionato di motori, il migliore pilota del Circus. Sul veloce tracciato azero in tanti hanno fallito. In qualifica, segnata da ben sei bandiere rosse (un record), hanno spiccato, in negativo, gli errori di Leclerc e Piastri, entrambi a muro e costretti a partire invischiati nella pancia del gruppo. In gara il leader del mondiale ha compiuto un secondo, gravissimo, sbaglio. Il primo pilota Red Bull invece non si è concesso errori ed ha corso senza che alcun rivale potesse impensierirlo, trasformando la pole position in vittoria. In campionato Super Max è terzo, ancora lontano dalla vetta, ma 69 punti di distacco diventano un margine poco rassicurante per Piastri. L'australiano ha concentrato in Azerbaijan tutti i suoi più gravi errori della stagione, se escludiamo dal conteggio lo svarione della prima corsa dell'anno, ma a soffiargli sul collo non c'è più il solo Norris (settimo oggi), avvicinatosi di sole sei lunghezze, ma anche uno dei migliori piloti di sempre, quel Max Verstappen che adesso ha totalmente in mano una squadra che si è definitivamente lasciata alle spalle l'addio del genio Newey e l'allontanamento forzato del loro ex boss Horner. Piastri, il glaciale pilota McLaren, a Baku si è invece squagliato come neve al sole schiantandosi due volte nell'arco di due giorni, non percorrendo neanche un giro intero in gara e la sua vettura è parsa non imbattibile, come testimoniail passo non entusiasmante di Norris. La relativamente bassa temperatura atmosferica ha contribuito a limitare il surriscaldamento dell'asfalto, una condizione che ha frenato McLaren (e Ferrari, problema non nuovo per il team di Maranello), aiutato Red Bull, e consentito a Mercedes di tornare fra le grandi.


Ferrari affoga nella mediocrità


Dopo la gara Vasseur è parso frastornato: sguardo cupo, dichiarazioni piuttosto sintetiche ma anche contraddittorie. Dopo un weekend del genere parlare, come lui ha fatto, di una Ferrari con un buon passo fa sembrare il Team Principal come uno di quei politici che puntano al consenso sfidando l'intelligenza delle persone. A Baku la Ferrari è affogata nella mediocrità. Meno veloce di Red Bull, Mercedes, della rediviva Williams di Sainz, e della McLaren, nonostante quest'ultima fosse l'ombra di se stessa. Incapace di avere la meglio della Racing Bulls condotta da un grandissimo Lawson, quinto dopo aver addirittura sperato nel podio. La Mercedes oggi è parsa di un altro pianeta, ed adesso la squadra anglo-teutonica è addirittura seconda nel costruttori, mentre la Ferrari vede avvicinarsi anche la Red Bull: il team condotto da Laurent Mekies ha finalmente potuto contare anche sulle performance di un ritrovato Tsunoda, buon sesto al traguardo. Russell, seppur debilitato da una brutta influenza, ha sfruttato alla grande una vettura che quando non fa caldo torna a vivere, salendo sul podio, in seconda posizione. Antonelli si è dovuto arrendere ad un grandissimo Sainz: l'italiano è passato sotto alla bandiera a scacchi in quarta posizione, siglando comunque uno dei suoi migliori risultati stagionali. Nel giorno in cui c'era da approfittare del passo falso della McLaren la Ferrari è invece rimasta a guardare gli altri prendersi gli onori. Dopo delle ottime prove libere tutto si è complicato in qualifica quando Hamilton non è riuscito neanche ad arrivare all'ultima sessione (12esimo), mentre Leclerc si è dovuto accontentare della decima piazza dopo essersi malamente schiantato contro le protezioni. La gara odierna delle Rosse è sembrato un eterno "vorrei ma non posso". Leclerc ha lottato come un leone nei primi giri salvo poi doversi arrendere ad una vettura che perdeva troppo in trazione per poter attaccare i rivali. Alla fine la strategia ha deciso l'ordine di arrivo del duo del Cavallino (poco) Rampante e l'ottava e nona posizione finale di, rispettivamente, Hamiton e Leclerc fotografano bene la situazione di una Rossa che quest'anno sembra non voler mai spiccare il volo. Le basse temperature hanno azzoppato le monoposto di Maranello, questo è evidente, ma altrettando evidente è anche che mai durante questa stagione Hamilton e Leclerc hanno avuto reali possibilità di eccellere. Ad eccezione della sprint cinese, antipasto di una terribile squalifica per eccessiva usura del fondo. Dopo la gara odierna Hamilton, con il casco ancora in testa, passeggiava mestamente verso il suo box, mentre a pochi metri da lui Sainz, l'ex ferrarista a cui il sette volte iridato ha "soffiato" il posto, festeggiava una meravigliosa terza piazza. Lo spagnolo è riuscito per la prima volta a salire sul podio dall'inizio della sua avventura in Williams. Chi avrebbe scommesso che sarebbe riuscito a farlo prima di Hamilton in Ferrari?


Sainz riporta sul podio la Williams!


"Smooth Operation, in Williams". Sainz è raggiante e mentre percorre il giro d’onore canticchia in radio la "sua" canzone. Scende dalla sua monoposto e si getta nelle braccia dei suoi meccanici e dei suoi ingegneri. Prima della corsa odierna il confronto con le prestazioni del compagno Albon era imbarazzante per lo spagnolo, con un parziale, in punti, di 70 a 16. La Williams aveva assunto Sainz per la sua esperienza, oltre che per la sua velocità. In molti si chiedevano quanto sarebbe durato ancora l'apprendistato del pilota n°55, arrivato in un ambiente molto diverso da quello Ferrari, di cui aveva fatto parte per ben quattro anni. Non sappiamo se a Baku si sia definitivamente sbloccato, quel che è certo è che la squadra inglese lo aveva assunto per poter puntare a risultati del tenore di quello odierno. Il primo podio Williams dal GP del Belgio 2021 (una gara di fatto mai disputata, con classifica ferma al giro 1) Sainz l'ha costruito partendo da una qualifica fenomenale, in cui si è dovuto piegare al solo Max Verstappen. Poste le fondamenta, l'impresa l'ha poi completata in corsa con un passo solido e rapido. Abbandonata presto l'idea di infastidire il leader Verstappen il pilota spagnolo si è arreso solo alla velocità della Mercedes di Russell e nel finale ha saputo resistere al ritorno di Antonelli. Nella gara in cui Albon si è dimostrato stranamente incline all'errore, con tanto di tamponata rifilata all'incolpevole Colapinto, Sainz ha finalmente battuto un colpo, e che colpo! La battaglia per il sesto posto fra i costruttori resta aperta fra Racing Bulls (oltre a Lawson ha portato punti alla causa il convincente Hadjar, decimo), Aston Martin e Kick Sauber (quest'ultime oggi inesistenti), ma non interessa la Williams, saldamente quinta a quota 101 punti, un bottino consistente. Basta pensare che Ferrari, la squadra che avrebbe dovuto combattere con McLaren per il titolo, è assai più vicina al team di Albon e Sainz che ai papaya.

 
 
 

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