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Horner-Red Bull: nella buona e nella cattiva sorte?

  • Immagine del redattore: Matteo Landi
    Matteo Landi
  • 9 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Christian Horner oggi è stato licenziato: non è più CEO e Team Principal Red Bull. Ed adesso, quali prospettive per il britannico, e per il team?


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Quando prese le redini della Red Bull in Ferrari il Team Principal era Jean Todt. Michael Schumacher era fresco del settimo titolo mondiale e la Mercedes non aveva ancora fatto il suo ritorno nella massima Formula, forse non era ancora un’ipotesi. Anno 2005, Christian Horner, britannico, classe 1973, si apprestava ad entrare nel dorato mondo dei GP dopo un'importante esperienza in F3000 con Arden International, squadra da lui fondata nel 1997. La Red Bull doveva debuttare in F1 e scelse lui come comandante. Inizialmente erano noti per le loro feste, definiti "i bibitari", poi la squadra crebbe così tanto che i rivali si dimenticarono in fretta di aver a che fare con una marca di bevande energetiche, identificando il team austro-inglese come un loro pericoloso, diretto, concorrente. Divenuto imbattibile con Vettel tanto da artigliare, dal 2010, quattro titoli consecutivi sia piloti che costruttori. E poi più avanti con Verstappen, dal 2021, altrettanti allori di fila fra i piloti, con altri due mondiali squadre. Nel mezzo vi sono stati anche momenti meno facili, mentre a dominare erano altri, Mercedes su tutti, ma in Red Bull al comando vi è rimasto sempre lui. Nella buona e nella cattiva sorte, come nei migliori matrimoni. Nel frattempo altre squadre gestivano il personale come fanno alcune squadre di calcio alla ricerca di un titolo che non arriva. Una su tutte quella del Cavallino Rampante. A Maranello passano da Todt a Domenicali, al quale subentra Mattiacci, quindi è il turno di Arrivabene, a cui succede Binotto, che lascia il posto all'attuale (per quanto?) Team Principal Vasseur. Red Bull-Ferrari, rapporto 1:6. Ma è il confronto dei successi che stride a sfavore del team di Maranello: 14 titoli contro i soli 3 (2 costruttori ed 1 piloti) conquistati dalla Ferrari dal 2005 in avanti.


Non sempre però la vittoria tutto sana e unisce. Vero, la McLaren è la nuova dominatrice della F1, ma Red Bull continua ad aggiudicarsi qualche successo di tappa e non è la prima volta che si ritrova a giocare il ruolo dell'inseguitrice di lusso. La notizia odierna è parsa un fulmine a ciel (forse non troppo) sereno: Horner licenziato in tronco! Da più parti (anche da Race Reporter) l'aggettivo utilizzato per descrivere la vicenda è stato: clamoroso. Ed in effetti dopo quanto evidenziato risulta calzante. Meno se si pensa a quanto accaduto in tempi recenti al team Red Bull. Dal decesso del cofondatore Dietrich Mateschitz, ai denunciati comportamenti inopportuni, a sfondo sessuale, di Horner nei confronti di una dipendente del team, e le conseguenti importanti frizioni con la famiglia Verstappen, soprattutto dallo scoppio dello scandalo sempre più lontana e meno in sintonia con il Boss britannico. La scomoda vicenda fu, lo scorso anno, affrontata da Red Bull con un'indagine interna (non proprio trasparente) che risolse il tutto con l'assoluzione di Horner. Tuttavia il vento non si è mai calmato per quest'ultimo, ed a mesi inizierà il vero e proprio processo presso il Tribunale del Lavoro. In mezzo a tutto questo vi è in sospeso la questione contrattuale di Verstappen: rimarrà in Red Bull o se ne andrà verso altri lidi? Oggi Max ha salutato sui social l'ormai ex CEO e Team Principal con la foto di un loro abbraccio. La squadra ha già presentato il suo nuovo CEO, quel Laurent Mekies, proveniente dal team "satellite" Racing Bulls ed ex-Ferrari. Dove andrà adesso Christian? L'esperienza nel ruolo più delicato per una squadra della massima Formula non gli manca, ed il suo palmarès lascia facilmente intuire quante squadre possano desiderarlo. D'altro canto quale team ha davvero intenzione di rischiare la propria immagine venendo accostato ad un molestatore, nel caso non venisse scagionato ma condannato? Il tempo dirà.

 
 
 

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