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Finalmente Alpine, nel giorno della disfatta Ferrari

  • Immagine del redattore: Matteo Landi
    Matteo Landi
  • 28 set
  • Tempo di lettura: 3 min

WEC: al Fuji arriva il primo successo Alpine dell’Era Hypercar. Le Ferrari mettono in pericolo il titolo con una corsa piena di ombre


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Fra la Ferrari e le pendici del monte Fuji vi è un rapporto che ha origini lontane, fatto di luci ed ombre. Nella categoria GT, sull’International Speedway, le vetture di Maranello hanno fatto incetta di vittorie, ma in altre categorie i fallimenti hanno superato i successi. Dal doloroso abbandono di Lauda del 1976, che consegnò il titolo di F1 al rivale Hunt su McLaren, alla disfatta odierna. Alla vigilia del penultimo atto del mondiale in corso si parlava di match point, ed in effetti, numeri alla mano, la Ferrari era vicinissima a quel titolo mondiale nella categoria top dell’Endurance che le manca dal lontanissimo 1972. All’epoca l’iride andava solo al costruttore, ed il Cavallino Rampante lo artigliò grazie alla stupenda 312 PB progettata da Mauro Forghieri, dominando in lungo e in largo. I tempi sono ovviamente cambiati e le regole anche. La 499P è arrivata in Giappone, ancora una volta, azzoppata da un Balance of Performance mortificante: vettura più pesante del lotto, al pari di Toyota, con 1069 kg di peso minimo imposto, potenza più bassa, peggior rapporto peso/potenza. Queste però sono le regole che qualunque partecipante deve accettare se vuole correre nella maggiore categoria di durata ed a queste condizioni, spiccano i 39 kg in più rispetto a Peugeot ed Aston Martin, i piloti della Ferrari sapevano di dover cercare di ottenere il miglior bottino di punti, tenendosi lontani dai guai, non pensando al mondiale, almeno fino alla prossima corsa, l’ultima della stagione. I piani non sono stati rispettati ed il cammino verso l’agognato titolo si fa adesso più difficile, anche se Ferrari resta la favorita numero uno.


Per la Ferrari una gara da incubo


Nel momento in cui Pier Guidi ha tamponato la Porsche di Varrone, l’equipaggio leader del mondiale ha probabilmente capito che sarebbe uscito a bocca asciutta dal penultimo appuntamento iridato. L’italiano ha continuato con una vettura danneggiata, e conseguenti problemi di gomme innescati da un’aerodinamica malconcia, divenendo facile preda degli avversari. Il gravissimo errore del pilota di Tortona, capace di imprese memorabili ma anche di sbagli piuttosto marchiani, è arrivato all’interno di una 6 ore che dovrà ricordare come monito per il futuro. Penalità per track limits, drive-through, stop and go, davvero Alessandro ed il suo equipaggio hanno collezionato di tutto ed alla fine hanno archiviato zero punti (15esimi). Rimangono ancora i primi in classifica ma ora l’ultima tappa del Bahrain Pier Guidi, Giovinazzi e Calado, dovranno correrla all’attacco mantenendo i nervi saldi: con il terzo posto odierno della Porsche n° 6, Estre e Vanthoor salgono a 21 punti di distacco. Nel mondiale restano in seconda posizione (con 14 punti da recuperare) Kubica, Ye ed Hanson, oggi i migliori del Cavallino (poco) Rampante: decimi. Disfatta anche per Fuoco, Molina e Nielsen, solamente undicesimi al traguardo, ed anche loro non esenti da errori. In Bahrain i punti in ballo saranno tanti: al vincitore ne andranno ben 38. I piloti della Rossa (e della Gialla) non dovranno compiere il minimo passo falso. Oggi la Porsche ha corso con un peso imposto di 1065 kg, non lontano da quello Ferrari, e lo ha fatto da protagonista, dimostrando quanto i principali rivali del Cavallino siano forti e temibili. In classifica costruttori la Rossa vanta ancora un discreto margine (39 punti) al patto che ritrovi subito il bandolo della matassa. 


Prima vittoria Alpine!


Con le Ferrari protagoniste in negativo e le Porsche rallentate da un BoP non favorevole la voce grossa l’hanno fatta gli outsider. Finalmente è arrivata la prima vittoria Alpine dell’Era Hypercar, e che trionfo! Chatin, Habsburg e Milesi hanno fatto suonare la marsigliese al termine di una gara solida, proprio sulla pista che consegnò al marchio francese il primo podio, circa 12 mesi fa. In seconda posizione ha chiuso una grande Peugeot (certo aiutata non poco dal peso piuma) con Di Resta-Jensen e Vergne. La migliore Cadillac si è dovuta accontentare di una modesta settima piazza con Lynn-Nato e Stevens, dopo aver fatto la voce grossa nelle prove. 


In LMGT3 la Ferrari perde la gara nel finale. Trionfa Corvette.


Fra le GT il sogno di Rovera, Heriau e Mann si è infranto durante l’ultimo giro. La Ferrari 296 ha dovuto rallentare, in crisi di carburante, lasciando il successo alla Corvette di Van Rompuy, Andrade e Eastwood, aiutati anche da una penalità di cinque secondi subita dalla vettura del Cavallino. I tre piloti Ferrari hanno comunque recuperato otto preziosi punti in classifica mondiale ed ora sono ad undici lunghezze dal vertice, dove si trovano Pera, Lietz e Hardwick (Porsche), oggi quinti.


 
 
 

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