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F1, Messico: Norris è il nuovo leader, Ferrari sul podio

  • Immagine del redattore: Matteo Landi
    Matteo Landi
  • 27 ott
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 27 ott

Norris domina e torna leader del mondiale. Leclerc resiste al ritorno di Verstappen e conquista un grande secondo posto. Miracolo Bearman: quarto con la Haas.


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L’evoluzione tecnologica è alla base della Formula 1 ed è in quest’ottica che nel 2026 la massima serie stravolgerà le regole. Alla luce di quanto stiamo assistendo nel campionato in corso, dal punto di vista dello spettacolo, possiamo dire che è un vero peccato che questo equilibrio venga “resettato” a favore dell’ennesimo cambio regolamentare. L’Era turbo-ibrida ad effetto suolo inaugurata nel 2022 ha visto per un breve periodo la Ferrari spiccare prima che prendesse il volo la Red Bull, vera dominatrice per circa tre anni. Poi il livellamento delle prestazioni ha visto andare al vertice la McLaren. Ma il team inglese è davvero dominante? Domina in classifica, con il mondiale costruttori già in saccoccia, e con i due piloti in prima e seconda posizione nel mondiale. Non lo fa però in termini di velocità: il team inglese ha senz’altro la vettura migliore ma anche il GP del Messico ha dimostrato che il margine sugli avversari si riduce fino a quasi annullarsi se tutto, al duo papaya, non fila liscio. Norris si è preso una pole position stellare ed ha condotto tutta la corsa in testa: allo scatto dalla griglia di partenza per un attimo le Ferrari lo hanno impensierito ma nell’arco di una curva l’inglese se n’è andato, scappando via, mentre dietro succedeva il finimondo. L’altra faccia della medaglia McLaren è Piastri: pessimo in qualifica, solo settimo, è diventato incisivo e veloce solo nell’ultima parte di gara, non andando oltre ad una quinta posizione che lo costringe a lasciare il ruolo di leader del mondiale, per un punto, al compagno di squadra. Poche gare fa, con la vittoria ottenuta in terra olandese, l’australiano pareva destinato ad accaparrarsi il titolo, forte di un’andatura solida tanto da mettere alle corde il più esperto Norris. Poi è arrivato un solo podio in cinque gare ed adesso Oscar è certamente un caso. Ma è davvero in crisi? Quel che è certo è che i due piloti McLaren ancora non valgono quanto Verstappen, in termini di prestazione pura e soprattutto di costanza di rendimento.


Verstappen si avvicina alla vetta


Terzo, ad un soffio da Leclerc. Una partenza confusionaria, momenti da brivido con Hamilton, con il quale è tornato a battagliare in stile 2021. Dopo pochi giri sembrava spacciato, dietro alla Haas di Bearman, poi si è capito che una delle ragioni della sua velocità non eccezionale era la necessità di gestire le gomme medie montate al via (al contrario dei principali rivali). Messi gli pneumatici morbidi abbiamo rivisto il solito Verstappen: veloce, aggressivo, costante. Il terzo posto finale gli consente non solo di rimanere in lotta per il mondiale ma addirittura di avvicinarsi alla vetta: 357 sono punti di Norris, 321 quelli di Verstappen. Con quattro gare e due sprint ancora da disputare tutto può succedere.


Leclerc grandioso, Hamilton in forma ma pasticcione


Al termine delle qualifiche il volto più sollevato era quello di Hamilton, terzo, al miglior risultato stagionale (dovendo escludere le qualifiche sprint, non valevoli ai fini statistici). Finalmente vicinissimo a Leclerc, il sette volte iridato sembrava aver trovato una nuova energia. Purtroppo il suo umore è peggiorato immediatamente dopo il via della corsa. Allo screzio iniziale con Leclerc è seguita una battaglia accesa con Verstappen che ha portato Hamilton anche nella via di fuga. Durante un’escursione l’inglese non ha seguito le indicazioni del direttore di gara, ed invece di prendere una stradina asfaltata disegnata per rendere sicuro il rientro in pista dei piloti ha tagliato sull’erba, guadagnando sugli inseguitori. Puntuali sono arrivati i dieci secondi di penalità che di fatto gli hanno distrutto la corsa e l’ottava posizione finale rappresenta l’ennesimo risultato deludente all’interno della peggiore stagione in F1 dell’inglese. Molto meglio è andata al compagno Leclerc, secondo al traguardo dopo una difesa finale su Verstappen eroica e fortunata (una virtual safety car ha bloccato l’assedio del rivale di casa Red Bull). Il monegasco ha fornito un’altra prestazione maiuscola ed il settimo podio stagionale consente al Cavallino Rampante di rifiatare e tornare secondo in classifica costruttori. Mercedes è risultata assai meno consistente rispetto alla Rossa, chiudendo la corsa in sesta e settima posizione con Antonelli davanti (per la prima volta) a Russell. 


Che Bearman!


Non tutti gli eroi portano il mantello, uno di questi è Bearman e guida una Haas. Quando nei primi giri è successo di tutto là davanti, subito alle spalle di Norris, ad un certo punto è spuntata dal polverone una macchia rosso-bianca: era la vettura dell’inglese, capace di approfittare delle schermaglie fra Hamilton e Verstappen e portarsi in quarta posizione. Divenuta poi terza con l’avanzare dei giri. Il box del team americano ha addirittura sperato nel podio ma il tornado Verstappen era impossibile da contrastare e Bearman ha quindi dovuto abbandonare la top three. Sarebbe stata comunque una corsa grandiosa, qualunque posizione in top ten avesse raggiunto, ma Oliver non si è accontentato di qualche punto. Al contrario è riuscito a tenere testa prima alle Mercedes, respingendole entrambe, poi addirittura all’astronave McLaren di Piastri. Con la quarta piazza (rafforzata dalla nona di Ocon) la Haas scavalca la Kick Sauber (buona gara di Bortoleto, decimo) issandosi in ottava posizione nel campionato costruttori a sole sette lunghezze da Aston Martin. Niente male davvero Ollie!

  


 
 
 

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