Emozioni principesche
- Matteo Landi
- 25 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Norris vince davanti ad un affamato Leclerc. Il monegasco ci prova fino all'ultimo ma si deve accontentare di un secondo posto che regala ossigeno alla Ferrari. Le emozioni arrivano dalla battaglia di nervi fra Norris e Leclerc più che da un regolamento che non convince.

Nel disperato tentativo di vivacizzare la corsa più lenta del mondiale, sul tracciato cittadino in cui è più difficile superare, è debuttato una tantum l'obbligo di eseguire due soste ai box. Si sono sprecati fiumi di parole su come sarebbe stata la gara monegasca, spesso teatro di processioni dalla griglia di partenza fino alla bandiera a scacchi. Alla fine lo spettacolo è stato salvato più dalle azioni dei piloti che dall'astruso regolamento. Il pathos è arrivato dalla voglia di Leclerc di provare fino all'ultimo a vincere ancora sulla pista di casa, per replicare quanto fatto nel 2024. La tensione è arrivata dalla necessità di Norris di alzare la testa, china dopo un avvio di stagione vissuto nell'ombra del giovane compagno Piastri, e per l'inglese farlo proprio su un circuito storico e difficile come quello di Monaco è stato il massimo. Iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro del Principato equivale al conseguire una laurea in pilotaggio estremo. Tanto più con queste auto, lunghe ed ingombranti. Norris, Leclerc, Piastri e Verstappen, i primi quattro in qualifica (al netto di un'opinabile penalità subita da Hamilton) sono risultati, nel medesimo ordine, anche i primi quattro in gara. La legge di Monaco ha prevalso ancora: su queste stradine superare è praticamente impossibile, la qualifica risulta fondamentale e la corsa rimane una lotta di nervi. Una battaglia personale per il pilota, attento a sfiorare le barriere per non perdere tempo, senza baciarle troppo, mentre dai box riceve costanti aggiornamenti e indicazioni sul passo da tenere per far funzionare la strategia. Di fatto la doppia sosta ha fallito: oltre a non modificare lo status quo si è prestata a giochi di squadra che hanno alterato il risultato. I più astuti sono stati i piloti Racing Bulls ed il loro box: Lawson, in versione stopper, ha consentito al compagno Hadjar (incredibilmente quinto in qualifica) di allungare, tanto da permetterglidi eseguire le due soste in totale tranquillità. Lo stesso neozelandese non ha pagato troppo dazio, visto che è transitato sotto alla bandiera a scacchi in ottava posizione. Due piazze dietro ad Hadjar. La Williams ha emulato il gioco dei rivali ma per il team inglese ha fruttato una buona, ma non eccezionale, doppia piazza ai margini della zona punti: Albon nono, Sainz decimo. La battaglia delle calcolatrici ha dato il suo esito, ma non ha emozionato quanto la battaglia degli uomini, quella per la vittoria.
Ferrari torna sul podio grazie ad un indomabile Leclerc
Dopo quanto mostrato nel primo scorcio di campionato la Ferrari sembrava destinata a recitare ancora una volta il ruolo della comprimaria. Anzi, Monaco, con le sue curve strette e lente sembrava destinata ad essere teatro della peggiore gara stagionale per le Rosse. Invece sulle stradine del Principato la voglia di Leclerc di ben figurare davanti ai suoi compaesani ha permesso alla Ferrari di andare oltre alle proprie potenzialità. Al termine della qualifica Charles era deluso, nonostante una prima fila conquistata ad un soffio dal poleman Norris. A Maranello hanno puntato tutto sul giro secco, senza cercare i soliti compromessi necessari per non sprofondare in gara. Leclerc ha riversato in pista tutta la sua classe ed in gara è arrivato un secondo posto che fa morale. Non è chiaro però quanto merito del risultato odierno vada al mezzo. La prestazione di Hamilton non scioglie il dubbio, ma anzi lo rafforza: Vasseur e soci devono solo ringraziare la forza di Leclerc sulla pista di casa? Certamenente i 51 secondi di distacco dal vincitore rimediati al traguardo dal sette volte iridato (quinto) non aiutano a capire se si tratta di un vero e proprio passo avanti o della classica rondine che non fa primavera.
Mercedes: un brutto stop
Alle spalle della McLaren la classifica costruttori vede tre team racchiusi in un fazzoletto di punti. Cinque lunghezze separano Mercedes da Ferrari, con quest'ultima dietro di solo una dalla Red Bull. Il team condotto da Toto Wolff ha subito a Monaco una drammatica (sportivamente parlando) battuta d'arresto. In prova Antonelli ha sbagliato picchiando contro le barriere, mentre Russell si è fermato in pista con la sua vettura ammutolita. Partiti entrambi dalla seconda metà dello schieramento hanno passato quasi tutta la gara bloccati da rivali più lenti, impossibilitati al sorpasso. Russell, ad un certo punto, ha perso la pazienza ed ha superato un rivale tagliando la chicane, beccandosi una sacrosanta penalità (drive through). Risultato: zero punti per le frecce (spuntate) d'argento. Se non altro per Antonelli è anche questa esperienza che fortifica.
Spagna: sarà davvero il weekend della svolta?
Non si tratta dell'arma che consente alla McLaren di eccellere, ma sicuramente è un "trucco" che le permette di guadagnare qualcosa in termini prestazionali. Un espediente non più legale dalla prossima gara. In Spagna saranno infatti inaspriti i controlli sulla flessibilità dell'ala anteriore ed in molti sono pronti a scommettere che a rimetterci dovrebbe essere proprio il team in testa al campionato. Le riprese televisive dimostrano infatti una flessione esagerata dei flap delle ali anteriori, soprattutto in McLaren, ma è pur vero che anche le altre scuderie hanno beneficiato di uno studio sui materiali che permette di passare le prove di carico statiche andando oltre lo spirito del regolamento. Vedremo dunque se Barcellona si dimostrerà davvero un punto di svolta del mondiale o se si tratterà semplicemente per tutti di fare un piccolo passo indietro, mantenendo inalterate le gerarchie.



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