Colpi proibiti
- Matteo Landi
- 1 giu
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 4 giu
La McLaren domina, nonostante il cambio di regole. Vince Piastri, secondo è Norris. Alle spalle della coppia di Andrea Stella il duello è rusticano. I colpi, anche bassi, si sprecano. Verstappen è solo decimo, dopo aver subito una pesante penalità. Leclerc e la Rossa salgono ancora sul podio. Hamilton disperso.

La prima sessione di prove libere aveva illuso gli avversari. La McLaren sembrava attaccabile, assai più vicina agli altri top team. La Ferrari pareva quasi irresistibile nelle simulazioni di passo gara. Vasseur e soci poi si sono svegliati dal bel sogno, e con loro l'intera F1. Le vetture papaya sono tornate immediatamente a dominare, come prima, più di prima. Come potevamo immaginarci quasi tutti hanno perso qualcosa con l'inasprimento dei controlli sulla flessibilità dell'ala anteriore ma coloro che hanno lavorato meglio, ancora una volta, sono stati gli ingegneri McLaren. Rob Marshall e compagni hanno addirittura sfruttato a loro favore un cambio di regole che avrebbe dovuto, in teoria, penalizzare la vetture di Piastri e Norris, quelle che fino alla scorsa gara evidenziavano una grande flessione dell'ala. In Spagna il vantaggio mostrato in pista dalle vetture di Woking è parso invece addirittura superiore a quanto mostrato nelle ultime uscite stagionali. Certamente un ruolo importante lo ha giocato la conformazione della pista di Barcellona: un tracciato che ha sempre premiato le vetture aerodinamicamente efficienti. Piastri ha regolato Norris, mentre l'unico loro plausibile sfidante, Verstappen, ha fatto di tutto per tagliarsi fuori dalla lotta per il vertice con un comportamento scriteriato, figlio di una frustrazione dovuta alla situazione di inferiorità tecnica Red Bull. L'olandese ha contrastato il secondo posto di Norris con una strategia molto aggressiva, basata sulle tre soste, mentre governava abilmente una monoposto solo lontana parente di quella che una tempo, neanche troppo lontano, dominava il Circus. Negli ultimi giri, a causa delle gomme dure montate alla sua vettura in occasione del pit stop aggiuntivo avvenuto in regime di safety car, ha visto svanire addirittura la possibilità di salire sul podio. Max non si è arreso facilmente ed ha mostrato il meglio ed il peggio del suo repertorio. Abilissimo a recuperare la vettura che stava finendo in testacoda in piena accelerazione ha prima subito una lieve toccata in pieno rettilineo inflitta dalla Ferrari di Leclerc (quest'ultimo indagato dopo la corsa non ha ricevuto sanzioni), mentre il monegasco si apprestava a superare il rivale. Poi Verstappen ha perso la calma quando, in team radio, gli è stato comunicato che avrebbe dovuto lasciare la quarta posizione a Russell, per un taglio di curva dell'olandese. A quel punto è arrivata, ad opera del pilota Red Bull, una ruotata gratuita al rivale Mercedes, e con la penalità ricevuta di 10 secondi da aggiungere al tempo di gara Verstappen (classificato decimo) vede allontanarsi in classifica Mondiale il duo McLaren.
Ferrari sul podio, si salva grazie a Leclerc. Hamilton ancora lontano dalla forma ottimale
Settimo in qualifica, terzo in gara. Per Leclerc si è trattato di un weekend da montagne russe. Battuto, una tantum, sul giro secco dal compagno Hamilton (l'inglese è risultato buon quinto in griglia di partenza), si è ampiamente rifatto in gara, sfruttando al meglio la safety car entrata nel finale. Senza la neutralizzazione necessaria per rimuovere la vettura ferma di Antonelli con il motore in fumo, viste le prestazioni in pista, il podio sarebbe rimasto un miraggio per il monegasco. Charles ha corso con il coltello fra i denti, ha lottato con il compagno Hamilton (la richiesta di scambio di posizioni è arrivata con troppo ritardo dal box), ed alla fine ha raggiunto un insperato terzo posto, fortunoso ma che fa morale. Ed alla Ferrari ne avevano proprio bisogno, nonostante la vittoria resti lontana. Nel box Rosso tuttavia c'è chi ha avuto ben poco da gioire. L'immagine di Hamilton infilato da un grandioso Hulkenberg ha lasciato di stucco: la Cenerentola della F1, quella Sauber dell'ex Binotto che svernicia la Ferrari n°44 del sette volte iridato è qualcosa che fa male a quel morale che Leclerc sta provando in tutti i modi a tenere alto con risultati soddisfacenti. Il sesto posto odierno di Hamilton è la conferma che ancora il feeling fra l'inglese e questa Rossa non c'è. Le dichiarazioni del Campionissimo lo vedono scostante. Hamilton passa dalla quasi esaltazione per una terza fila sullo schieramento di partenza al silenzio assordante successivo ad ogni risultato insoddisfacente. La storia del pilota inglese dimostra quanto la sua intensità agonistica sia dipendente dalle performance della sua monoposto. Il confronto con i suoi ex compagni di squadra lo ha visto soccombere quando non aveva per le mani una vettura da vertice. A Maranello è stato però assunto per portare esperienza e voglia di vincere, urge quindi un'inversione di tendenza.
Hülkenberg e Hadjar sono gli eroi del giorno
Ha senza dubbio beneficiato della penalità subita da Verstappen, ma il risultato finale di Hülkenberg è soprattutto frutto delle capacità del tedesco e di una vettura che oggi non è parsa da ultimissime file. Il quinto posto artigliato dall'esperto pilota che corre per il team coordinato da Mattia Binotto, futura Audi, permette alla squadra di issarsi in ottava posizione nella classifica costruttori, superando in un sol colpo Alpine e Aston Martin. Quest'ultimi due team oggi hanno comunque mosso la classifica. Gasly ha fornito una prestazione solida che lo ha portato all'ottava piazza, appena davanti ad un arcigno ma confusionario Alonso, su un'Aston Martin ancora in affanno. Entrambi hanno dunque portato fieno in cascina alle rispettive squadre ma è stato Hülkenberg l'eroe del giorno. Tanto quanto Hadjar, settimo ed ancora miglior pilota Racing Bulls.



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