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Charles d'Arabia

  • Immagine del redattore: Matteo Landi
    Matteo Landi
  • 20 apr
  • Tempo di lettura: 4 min

In Arabia Saudita Leclerc regala alla Ferrari il primo podio stagionale al termine di una gara tutta all'attacco. Vince Piastri, nuovo leader del mondiale. Hamilton soffre ancora ed è settimo.



Con il cuore in gola. Il margine sull'inseguitore scende. Prima di qualche decimo di secondo, poi si stabilizza, quindi scende ancora. Fra Leclerc e Norris è una guerra di nervi. La Ferrari aveva messo in conto un'altra gara difficile, la McLaren è la solita astronave. La vettura che con Piastri si accinge ad aggiudicarsi un altro gran premio, mentre Verstappen, secondo, sfrutta tutto il potenziale della sua Red Bull. Stavolta all'olandese va male, alla prima curva dopo lo start aveva allungato la staccata e dopo aver tagliato la curva si era mantenuto la prima posizione. Stavolta per i commissari è troppo, ed al quattro volte iridato affibbiano una penalità di cinque secondi che comunque non varia il risultato del pilota Red Bull: di fronte a questa McLaren neanche lui può farcela. La stessa McLaren che nelle mani di Norris, scattato da una misera decima piazza in griglia, avrebbe dovuto fare un sol boccone della Ferrari n° 16 di Charles Leclerc. Oggi però il monegasco è una furia. Negli ultimi due terzi di gara è come posseduto dal demone della velocità, oggi è lui "The Hammer", soprannome attribuito al compagno Hamilton lontano anni luce dalle performance di Charles. Quando Norris si fa sotto a Leclerc è troppo tardi, il traguardo è vicino e Charles lo taglia in terza posizione. Neanche in Ferrari avevano previsto un passo gara così buono. Sul podio salgono Piastri, nuovo leader del mondiale, Verstappen e Leclerc: il meglio di questa Formula 1.


Leclerc è il nuovo "The Hammer"


A otto secondi dal primo dopo 50 giri di gara, su una pista ostica per la Ferrari dove conta la trazione e la velocità sul dritto. Ma anche con curvoni veloci e cordoli a scalino a delimitarne la carreggiata. Sul tracciato di Jeddah la Ferrari non pensava di poter minimizzare il distacco dal vincitore, la solita McLaren. Figurarsi se credevano che sarebbero riusciti a tenerne dietro una, quella di Norris. Il turbo oggi è stato Leclerc, abile a spremere al massimo una bizzosa Ferrari, discretamente veloce solo in determinate, specifiche, condizioni. Subito dopo lo sventolio della bandiera a scacchi il monegasco, come tanti altri, ha allargato le traiettorie in modo da raccogliere quanti più possibili residui di gomma, abbastanza da permettergli di rientrare nel peso minimo consentito con relativa tranquillità. Quella serenità che ancora non si respira nel box Rosso, che teme ancora, evidentemente, i fantasmi della Cina. La SF-25 è una vettura in parte da scoprire, molto da sviluppare, probabilmente (si spera) dal potenziale inespresso. Sicuramente chi non sta riuscendo a sfruttare al meglio la Rossa è quel Lewis Hamilton arrivato in pompa magna ma adesso decisamente abbattuto. Lo è quando viene ripreso dalle telecamere intento a leggere i tempi registrati in qualifica (solo settimo a quasi sei decimi dal compagno di squadra, quest'ultimo quarto in griglia di partenza), lo è al microfono delle principali emittenti televisive quando, con molta mestizia ma anche estrema umiltà (considerando i sette titoli mondiali artigliati in carriera si tratta di un pregio non trascurabile), dichiara che il problema della Ferrari è lui stesso, autodefinendosi "deludente". Al termine della corsa la classifica lo vede settimo, dietro ad entrambe le Mercedes, oggi meno veloci della Ferrari considerando i quasi venti secondi rifilati da Leclerc a Russell, il primo delle frecce d'argento. Hamilton non pensava che avrebbe sofferto così tanto nelle sue prime gare in Rosso. Forse non credeva che avrebbe lottato subito per il titolo, certamente non pensava che avrebbe subito così tanto la velocità di Leclerc. In attesa che il pluricampione del mondo ritrovi sé stesso a Maranello possono godersi un Leclerc più affamato e lucido che mai. Il vero boost Ferrari.


Norris, l'ombra di sé stesso


A muro in qualifica, costretto a partire dalla quinta fila con la migliore vettura del lotto. Il confronto con il compagno è poco edificante. Glaciale, veloce, lucido, consistente: Piastri sembra quasi il Raikkonen dei tempi migliori. Adesso l'australiano è in testa al mondiale, seguito da un Norris addirittura incalzato da Verstappen, nonostante sia evidente l'inferiorità tecnica della Red Bull guidata dall'olandese. L'inglese della McLaren sta perdendo il sorriso, ma il suo nemico non è il compagno Piastri quanto sé stesso. Oggi Norris ricorda quel Perez che provò a contrastare per qualche gara la cavalcata del team mate Verstappen, salvo soccombere al primo inciampo sconfinando in una crisi senza fine. Il messicano nel 2023 si mise in testa che avrebbe combattuto per il titolo ma da quel momento entrò gradualmente in quella crisi profonda che poi si è trasformata nell'allontanamento dalla squadra al termine della scorsa stagione. Il paragone è forte ma la momento plausibile. Probabilmente, ce lo auguriamo per lui, Norris si rialzerà presto, a differenza di quanto successo a Perez. Al momento però sembra più un pugile alle corde, piuttosto che un combattente in piene forze.


Che Williams!


Ottavo Sainz, nono Albon. Per la Williams la gara in Arabia Saudita ha rappresentato un'importante boccata d'ossigeno. La squadra inglese potrebbe aver finalmente ritrovato il Sainz che conosciamo. Lo spagnolo, veloce anche nei test prestagionali ma in difficoltà nelle prime competizioni di questa stagione, si è mostrato finalmente solido e capace di ottenere il massimo dalla sua vettura. La squadra di Grove ringrazia ancora Albon, a punti in quattro gare su cinque, ed adesso è addirittura quinta nella classifica costruttori. Di questo passo potrebbe presto ritrovarsi in un noioso ma confortevole limbo, subito dietro ai top four ma molto avanti al resto del gruppo. In attesa di rivedere il team inglese nelle nobili posizioni che un tempo gli competevano.


Prossima tappa Miami


Fra due weekend la Formula 1 sbarcherà negli States. Il tracciato di Miami ha debuttato nel Circus nel 2022. Da allora il circuito americano ha visto vincere due volte Verstappen e Norris nel 2024. I due potrebbero essere fra i protagonisti anche della prossima edizione ma dovranno necessariamente fare i conti con il nuovo capoclassifica Piastri. Ferrari e Mercedes sono pronte ad approfittare di eventuali passi falsi compiuti dai piloti McLaren e da Verstappen (al momento il secondo Red Bull è ancora lontano dalle performance del quattro volte iridato). Tornerà inoltre anche la sprint race: la prima ha regalato gioie inattese al Cavallino Rampante, vedremo se a Maranello riusciranno a sfruttare lo slancio positivo del podio artigliato in Arabia Saudita.

 
 
 

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