Norris suona la sveglia ed è sprofondo Rosso
- Matteo Landi
- 16 mar
- Tempo di lettura: 6 min
L'inglese artiglia una bella vittoria ma Piastri getta al vento una doppietta. Verstappen giganteggia nonostante i limiti della sua Red Bull ed è secondo. Ferrari dispersa, così non va!

Ha rischiato di perdere tutto. La leadership della gara, quella all'interno del suo team e probabilmente pure l'autostima. Ad un terzo della corsa l'errore di un generoso Verstappen aveva consegnato a Piastri la seconda posizione. Spinto dalla folla, Oscar, aveva addirittura raggiunto il capoclassifica Norris, poi è arrivato un team radio a fermarlo. Le solite "papaya rules" lo hanno obbligato a congelare, momentaneamente, le posizioni. Già questa poteva essere una sconfitta per Lando: l'esperto di casa McLaren, colui che per "anzianità lavorativa" in seno al team, data la superiorità della vettura costruita a Woking, doveva essere il principale candidato al titolo viene salvato da un team order. Poi la situazione si è ribaltata. La safety car entrata per lo schianto dell'Aston Martin di Alonso consente a tutti di fermarsi per mettere le gomme da asciutto, dopo l'avvio su pista bagnata. Il gruppo si ricompatta, le ostilità riprendono ma inizia a piovere ed arrivano gli errori che non ti aspetti. Piastri e Norris sbandano, ma mentre l'inglese gestisce una vettura impazzita sul bagnato con gomme da asciutto, l'australiano finisce nell'erba e impiega un secolo per tornare sull'asfalto, perdendo ogni chance di vittoria. Nelle condizioni più difficili, anche a livello psicologico, Norris resiste ad un furioso Verstappen e realizza una bella vittoria, iniziando la stagione da leader del mondiale. A fine gara i volti nel box McLaren sono sereni, anche se lasciano trasparire una piccola amarezza per una doppietta che, prima del ritorno della pioggia, pareva scontata.
Verstappen-Norris: il duello si rinnova
La McLaren è davvero la vettura da battere (in tal senso i test invernali non sono stati bugiardi, anzi, il vantaggio sulla concorrenza è ancora più grande) e Verstappen è il miglior pilota della griglia. La prima gara dell'anno ci consegna due certezze. Red Bull in difficoltà nelle prove prestagionali, Red Bull in crisi nera dopo l'addio di Newey. Lo dicevano in molti, ma alcuni di questi avevano evidentemente dimenticato il "fattore Max". L'olandese ha distrutto quasi tutti i suoi compagni di squadra e stessa sorte potrebbe accadere al nuovo compagno Liam Lawson. L'ex pilota Racing Bulls è stato costantemente nelle retrovie in qualifica ed in gara, prima dello schianto che ne ha decretato il ritiro. Qualcuno rimpiangerà addirittura Perez, la verità è che inizia ad essere molto difficile capire quali sono i limiti del pilota e quelli della macchina quando sulla stessa auto vi è un quattro volte campione del mondo che riesce a coprire molte magagne tecniche. Terzo in qualifica, appena dietro alle imbattibili McLaren, secondo in gara dopo aver addirittura conteso la vittoria a Norris. Senza tutto il caos generato dalla pioggia e dagli incidenti avremmo parlato di una corsa diversa e la grandezza di Verstappen non sarebbe uscita allo scoperto. Però la storia, come si dice, "con i se e con i ma non si fa" e l'olandese è riuscito a sfruttare ogni vicenda di gara a suo favore. La sbavatura che nella prima metà di corsa ha permesso a Piastri di superarlo non dimostra altro che la volontà di Max di andare oltre ai limiti della sua monoposto ed anzi evidenzia la generosità agonistica del Campione. Se la McLaren continuerà a dominare tecnicamente abbiamo la certezza che ci sarà qualcuno ad insidiarla, nell'attesa e nella speranza che prima o poi risalgano la china anche altri, a partire dal duo ferrarista.
Ferrari: ottava e decima. Troppo poco
Dopo un inverno di proclami e feste, dopo un'attesa durata più di un anno intero, tanto è passato dall'annuncio del matrimonio Hamiton-Ferrari al debutto in Rosso dell'inglese, Vasseur non può trincerarsi dietro dichiarazioni come "la stagione sarà lunga". Gli investimenti fatti sono tanti, l'hype creata non ha eguali nella storia del motorsport e le promesse non possono in eterno rimanere tali. Al termine del weekend australiano è corretto parlare di Sprofondo Rosso. Leclerc solo ottavo, Hamilton decimo. Battuti anche da un'immeso Hulkenberg (settimo) al volante della Kick Sauber prodotta dal team dell'ex Mattia Binotto. Peggio del risultato finale sono addirittura le prestazioni mostrate non appena il gioco si è fatto serio. Nelle seconde libere Leclerc aveva siglato il miglior tempo poi in qualifica i piloti del team di Maranello non sono riusciti ad andare oltre ad una modesta quarta fila tutta Rossa. La speranza a quel punto risiedeva in dichiarazioni che lasciavano pensare che la Ferrari avesse puntato sulla gara, sacrificando la qualifica (asciutta) a causa di un setup migliore per il bagnato. In corsa però le due Ferrari non sono praticamente esistite. Inglobate nella pancia del gruppo, impossibilitate a risalire. Al passare dei giri i team radio di Hamilton da pacati si sono fatti più coloriti. Leclerc ha capito presto che, nonostante un guizzo iniziale che lo aveva portato in quinta posizione, il podio non sarebbe mai arrivato, a meno di catastrofi. Non è mai riuscito ad avvicinarsi alla Mercedes di Russell, ed anzi lo ha visto scomparire all'orizzonte mentre veniva superato dalla Racing Bulls di Tsunoda. La gara dei due ferraristi di fatto è stata un calvario. A Maranello devono ancora capire questa nuova vettura, con una sospensione anteriore radicalmente diversa rispetto a quella del modello 2024, e come farla interagire al meglio con gli pneumatici. Fatto sta che anche se il campionato è lungo, come dice Vasseur, il tempo in realtà stringe perché presto le energie dovranno essere indirizzate verso il progetto 2026, in vista del grande cambiamento regolamentare. Se la Ferrari non riuscirà presto a trovarsi un posto al sole lo sviluppo dell'attuale monoposto potrebbe venire presto abbandonato e la stagione diventare un anno di transizione. L'ennesimo. Adesso arriveranno due piste assai probanti per le varie monoposto: Shangai e Suzuka. Scopriremo presto se l'Australia è stata, per la Ferrari, solamente un brutto sogno.
Il ballo dei debuttanti lo vince uno strepitoso Antonelli
Hadjar che neanche inizia la gara e si ritira nel giro di formazione, lasciandosi poi andare in un pianto disperato, carinamente consolato dal padre di Hamilton. Doohan finisce a muro pochi istanti dopo la partenza. Bortoleto passa dall'essere l'eroe della qualifica, capace di superare il taglio della Q1 con la sua Kick Sauber, al buon debuttante che resiste alle vicende di gara fino quanto ha potuto, fino allo schianto a pochi giri dalla fine. Bearman, più volte a muro nelle prove ed ultimo in gara, ha probabilmente avuto il peggior weekend della sua intera carriera agonistica. Per i più o meno debuttanti l'inizio stagionale è stato l'emblema delle difficoltà che può affrontare un giovane pilota nella massima categoria del motorsport a quattro ruote. Per quasi tutti è stato un inizio da dimenticare, ma non per tutti. Il nostro Andrea Kimi Antonelli (ricordiamo l'intero nome del pilota bolognese), classe 2006, era atteso alla prova del fuoco. In qualifica ha sbagliato e danneggiato la sua monoposto, non andando oltre ad una misera 16esima piazza. La "scommessa di Toto Wolff" si è rimboccata le maniche ed in gara, nelle condizioni più difficili, non ha deluso. Ha iniziato risalendo con calma senza azzardare manovre rischiose. Ha poi compiuto una sbavatura che poteva costargli cara ma è riuscito a salvare la sua vettura. L'italiano non si è abbattuto ed anzi si è subito gettato, a testa bassa, all'inseguimento di chi lo precedeva, superando un pilota dopo l'altro. Arrivato negli scarichi dell'Aston Martin di Alonso si stava preparando ad attaccarlo quando lo spagnolo ha malamente sbattuto contro il muro. In quel frangente il principiante è sembrato più classe 1981 che il 18enne debuttante. La rimonta di Antonelli è giunta fino alla quarta piazza, divenuta quinta a causa di una penalità subita (infrazione in pit lane). Per l'italiano è stato un grande debutto, considerando anche che la sua Mercedes si è dimostrata essere una vettura buona ma non eccezionale. Il terzo posto artigliato da Russell completa un bel fine settimana per il team di Toto Wolff, visti i valori in campo.
Albon e Stroll: i caposquadra che non ti aspetti
Il miglior tempo delle prove invernali fatto da registrare da Sainz pareva bugiardo. Ed in effetti sarebbe stato ampiamente battibile da altri, soprattutto McLaren, se quest'ultima non avesse nascosto le sue reali performance. Del vero però c'era perché a Melbourne la Williams ha brillato. La strada verso il successo è ancora lunga ma i progressi mostrati dal team di Grove sono indiscutibili. Entrambi i piloti in top ten in qualifica, Albon quarto in gara e ben 12 punti in saccoccia. Ben 7 in più rispetto a quelli Ferrari, per fare il paragone con il bottino raccolto da una delle squadre, in teoria, favorite. Fa benissimo a gioire quindi il Team Principal James Vowles. L'unica nota stornata è rappresentata dal weekend del loro nuovo arrivo, quel Carlos Sainz designato a fare da caposquadra ed invece, al momento, spalla infruttifera del compagno anglo-thailandese. Decimo in qualifica, ampiamente battuto da Albon (sesto), subito a muro in gara. La star sconfitta dall'underdog. Come successo in Aston Martin: il buon sesto posto è arrivato non da Alonso, come detto finito contro le barriere, ma dal figlio del padrone, lo spesso bistrattato Lance Stroll. Cose dell'altro mondo (o dell'altro emisfero) verrebbe da dire. Sainz e Alonso (e speriamo anche i due ferraristi) potranno però rifarsi fra una settimana in Cina.
Fra gioie e delusioni Melbourne ci ha comunque regalato una gara movimentata e avvincente. In attesa della seconda corsa stagionale possiamo dire: bentornata Formula 1.
Aggiornamento, ore 9,45: Mercedes ha chiesto la revisione della decisione dei commissari in merito alla penalità di unsafe release addebitata ad Antonelli. I commissari hanno acquisito nuove prove, convocato i rappresentanti di entrambe le squadre e deciso di annullare la sanzione al pilota italiano che torna quarto in classifica. Arretra di una posizione Albon.



Commenti